Discovery, gli americani vogliono comprare la TV italiana?

di Giuseppe Scuccimarri

Pubblicato il 2024-04-17

Come abbiamo sottolineato l’uscita di scena di Amadeus dalla Rai, non solo ha privato l’azienda televisiva di Stato di un personaggio di punta amato dal pubblico, ma in parte ha messo in luce le fragilità di una azienda in cui la burocrazia, la lentezza e le ingerenze politiche non sono solo un contorno. Probabilmente Amadeus …

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Come abbiamo sottolineato l’uscita di scena di Amadeus dalla Rai, non solo ha privato l’azienda televisiva di Stato di un personaggio di punta amato dal pubblico, ma in parte ha messo in luce le fragilità di una azienda in cui la burocrazia, la lentezza e le ingerenze politiche non sono solo un contorno.

Probabilmente Amadeus sarebbe andato via lo stesso, ma se la Rai invece di puntare alla conferma del conduttore per le edizioni future del Festival di Sanremo, avesse pensato per prima cosa al contratto in scadenza del medesimo con l’azienda anticipando le mosse di Discovery non starebbe forse adesso a piangere su cosa ha perso.

Rimpiazzare Amadeus non sarà facile, ma il problema principale adesso è non perdere credibilità, soprattutto dopo le ventilate fuoriuscite di Ranucci e della Fagnani. Si tratta di indiscrezioni è vero, ma anche riguardo ad Amadeus lo erano, poi rivelatesi fondate. La verità è che nessuno si aspettava una campagna acquisti così importante da parte di Discovery. Fazio ha offerto al colosso americano la consapevolezza di poter competere con le reti generaliste, da qui il desiderio di accaparrarsi altre pedine importanti.

E proprio la decisa discesa in campo di Discovery è motivo di preoccupazione per la cosiddetta industria televisiva, gli americani hanno più possibilità di investimento e soprattutto non sono strettamente legati agli ascolti anche se l’obiettivo sembra proprio quello di palesarsi come un vero e proprio terzo polo televisivo.

Gli americani per la TV sono come gli arabi per il calcio? Il paragone è un pò forzato, ma rende bene l’idea di quanto potrebbe accadere. La Warner Bros sta mettendo in pratica attraverso i suoi canali in chiaro quanto SKY non si è sentita di fare restando ancorata strettamente alla payTV e non offrendo grosse chance a TV8.

Ciliegina sulla torta la notizia che Discovery starebbe puntando anche sull’informazione, provando a portare in casa propria tutto il polo giornalistico de La7. Notizia smentita poche ore fa dai giornalisti diretti da Enrico Mentana, nonostante anche su quest’ultimo da mesi circolino voci di un possibile passaggio alla corte degli americani.

I tempi cambiano e le esigenze televisive anche, siamo di fronte a una rivoluzione televisiva ? Discovery per chi ha assistito alla nascita dei canali Mediaset assomiglia tanto come proposta a quella del primo Berlusconi, quello delle prime TV private e di una alternativa alla farraginosa struttura televisiva pubblica. Chi vivrà vedrà.

Giuseppe Scuccimarri

Giuseppe Scuccimarri, classe 1969, esperto di televisione e cronaca rosa con interessi anche per l'attualità e la politica nazionale e internazionale. Autore della commedia "Il delitto di Lord Arthur Savile" (2002) e del musical "La vita è una splendida canzone" (2014), ghostwriter per diversi autori e paroliere, amante della scrittura e della letteratura italiana e straniera.

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