Uno dei settori più danneggiati dalla pandemia e, conseguentemente dal lockdown, è il turismo. Infatti, nonostante inizialmente si pensava che il virus potesse essere concentrato principalmente nelle regioni settentrionali, con il blocco l’intera penisola è stata serrata, andando a coinvolgere anche le regioni meridionali, cardini principali del turismo italiano. E adesso, che la situazione appare un po’ più monitorata, emergono i primi effetti di questo periodo buio che l’Italia ha passato e affrontato.
Il 3 giugno l’Italia ha permesso libera circolazione in tutta la penisola, permettendo gli spostamenti regionali.
Il 15 giugno, invece, l’Italia ha riaperto le frontiere a diversi paesi dell’Ue e dell’area Schengen, quali Germania, Svizzera, Belgio, Gran Bretagna, Francia, Spagna, Grecia, Paesi Bassi, Croazia e Bielorussia.
Tuttavia, un calo di presenze rispetto allo scorso anno sarà inevitabile.
Secondo l’Ufficio Studi e Ricerche – ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo, a Roma ci sarà il 42,5 % dei turisti in meno entro la fine del 2020. Tra questi, il 13,4 % riguarda i turisti nazionali, il 29,1 % i turisti internazionali.
L’allentamento delle restrizioni, seppur siano notevoli, non porteranno il turismo al livello degli anni precedenti. Infatti, un’analisi de Il Sole 24 Ore comunica che bisognerà attendere il 2023 per un recupero totale e definitivo del settore.
Nonostante queste statistiche non siano sicuramente incoraggianti, sono comunque molte le famiglie che hanno deciso di trascorrere le proprie vacanze nelle meravigliose località che il nostro Paese presenta. E sono segnalati anche i primi significativi arrivi di turisti, in particolare tedeschi.
