Pino Scotto attacca Vasco, Ligabue, Emma, D’Urso, Maria e tanti altri

di Giuseppe Currado

Pubblicato il 2020-04-14

Pino Scotto, da molti considerato l’unico vero rocker italiano, in un intervista di Rolling Stones ha attaccato duramente la maggior parte dei cantanti della musica italiana, e non solo. Parlando di Vasco Rossi e Ligabue, il cantante dice: “Mi sale un po la carogna quando sento dire che Ligabue è rock, che Vasco è rock. …

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Pino Scotto, da molti considerato l’unico vero rocker italiano, in un intervista di Rolling Stones ha attaccato duramente la maggior parte dei cantanti della musica italiana, e non solo.

Parlando di Vasco Rossi e Ligabue, il cantante dice: “Mi sale un po la carogna quando sento dire che Ligabue è rock, che Vasco è rock. Il rock è una cosa completamente diversa. Fra un po Ramazzotti mette la chitarra distorta in un pezzo, che poi è sempre quello, perché scrive la stessa canzone da 40 anni, e diranno che si è messo a fare rock.”

Sono pochi i colleghi per cui sembra nutrire stima e rispetto, e fra questi c’è Caparezza. “Caparezza è rock. Lo conosco bene, abbiamo anche fatto un brano insieme. Conosco la sua anima, il suo cuore, il suo valore artistico. C’è tanto rock nella sua musica, anche se non si sente.”

Dopo queste poche parole di complimenti a Caparezza, Scotto torna ad attaccare la musica pop italiana:Mengoni cerca di fare Alex Baroni, la Marrone sembra Gianna Nannini con la diarrea, quando urla. Poi la Amoroso cerca di imitare la Pausini ed è pure stonata. Almeno la Pausini è intonata.”

Nel suo mirino è finito anche Tommaso Paradiso, che, secondo il rocker, “scrive canzoni su armonie e melodie che Fred Bongusto componeva 40 anni fa, come ‘Una rotonda sul mare’. Non c’è niente di nuovo. Lo chiamano indie, ma è solo un pop di merda, squallido, triste.”

Proseguendo poi nelle sue critiche rivolte apparentemente a chiunque, Scotto parte all’attacco dei talent show e delle conduttrici di punta della Mediaset, Maria De Filippi e Barbara D’Urso.

“I talent show sono convinto che siano il suicidio dell’arte e della musica. Hanno fatto credere a questi ragazzini che basta cantare una cover per diventare famosi. Sai quanti ne ho incontrati, in tour, di questi ragazzini? Sono tutti in analisi, depressi, giustamente. Li fanno sentire della star li dentro. Tanto a loro che gliene frega? Finito un reality ne comincia un altro il giorno dopo. Ma il problema sono le persone che le guardano, ‘ste stronzate. […] Barbara D’Urso e Maria De Filippi le metterei in galera per spaccio di demenza.”

È il turno poi dell’attacco a Sanremo 2020, dove Scotto dice: “Sono rimasto allibito dalla poca tecnica delle voci e dalla qualità delle canzoni. Ma che cacchio ci vuole a scrivere un pezzo per Sanremo, porca miseria? L’ho detto anche al mio amico Francesco Sarcina delle Vibrazioni, che se la sono pure fatta scrivere, la canzone. Ma vai a Sanremo e non riesci a scrivere un brano che vada bene per quel posto lì? Non riesco a capire. […] Achille Lauro è il più grande bluff, la cosa più squallida venuta fuori insieme a Tommaso Paradiso.”

Nonostante tutte queste accuse abbiano sollevato un polverone di critiche da parte dei fan dei vari artisti chiamati in causa, sono comunque in molti quelli che lo difendono, sono dalla parte delle sue idee e pensano che in questo momento in Italia ci siano davvero troppi artisti che poi artisti non sono.

E voi, da che parte state?

Siete d’accordo con Pino Scotto o pensate che la sua visione delle cose sia un po troppo estremista?

Giuseppe Currado

Imprenditore, Speaker Radiofonico. In vari anni ha sviluppato competenze in diversi settori specializzandosi nell’ambito editoriale e della sicurezza sul lavoro. Fondatore di MondoTV24, Spazio Wrestling, Tuttocalciomercato24. Appassionato del Festival di Sanremo da sempre, nel corso degli anni ha presenziato presso la Sala Stampa Lucio Dalla durante la manifestazione partecipando alle votazioni delle canzoni. Dal settembre 2023 proprietario di Recensiamo Musica, portale presente da anni nel mondo musicale al quale sta fornendo la sua esperienza per rilanciarlo in maniera incisiva nel mondo editoriale.

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