Il “dissing” a distanza tra Antonella Clerici, padrona di casa di The Voice Kids e Gerry Scotti, conduttore di Io Canto Generation ha stuzzicato la nostra curiosità per il programma dello “zio” Gerry.
Con un titolo così altisonante avevamo immaginato un programma moderno e accattivante, ma, purtroppo, le “promesse” sono state disattese.
Non capiamo quali potessero essere le intenzioni a monte, ma riusciamo a capire perché l’inizio del programma sia stato traslato a causa di una puntata pilota non molto convincente.
Nulla togliendo ai giovani concorrenti, chi più, chi meno, sicuramente talentuosi, è tutto il resto ad essere incomprensibile.
Una sfilata di artisti che, almeno come cantanti, non vivono il loro momento d’oro o non lo vivono più, che prevarica quello che dovrebbe essere il core business dello show, alla ricerca della fama perduta.
Anche la scelta dei brani sembra andare in questa direzione: scelti per mettere in luce i coach ma in grande difficoltà i ragazzi.
Tutto tra l’altro, in un rigoroso playback.
Allora ci chiediamo perché? Qui prodest?
A noi è sembrato un programma slavato, confezionato per riempire un buco nel palinsesto: forse era meglio la replica di una bella serie.
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