Dell’odio social ne abbiamo ormai ampiamente parlato, che i madesimi andrebbero regolamentati anche, che i tribunali non dovrebbero esistere sul web ma laddove il legislatore lo indichi pure. Fatto sta che i social siano diventati un luogo dove non regna la legge e dove ognuno si senta in dovere di sfogare le proprie frustrazioni è sotto gli occhi di tutti.
È accaduto che Ginevra Lamborghini, sottoposta a una gogna mediatica dal giorno in cui è stata squalificata dal GF Vip per il caso Bellavia, è dovuta intervenire sui social per denunciare il bullismo, e sì proprio quello, ricevuto dalla madre Luisa e dalla sorella Flaminia su Twitter che hanno costretto le due donne a disattivarsi. Un episodio inqualificabile, avvenuto per il solo fatto che la mamma di Ginevra avesse scritto di salvare la Prati al televoto.
Ginevra in diverse storie Instagram ha mostrato la montagna di offese e minacce ricevute, affinchè ci si possa rendere conto della tossicità del web. È assurdo che due persone debbano pagare per il solo fatto di avere un cognome importante. Rabbia, invidia sociale, presunzione e bullismo su un terreno che dovrebbe essere deputato unicamente allo scambio civile di opinioni non dovrebbero esistere.
