In Siberia, uno dei posti più freddi al mondo, si è registrata una temperatura di circa 40°. Un dato sicuramente impressionante. Inusuale. Anche perché, questa temperatura risulta quasi il doppio della media stagionale, superando perfino il record di 37,8°,in Alaska. Si può dire, quindi, che è la più alta temperatura mai raggiunta nelle regioni polari.
Il tutto è accaduto in un villaggio di Verkhoiansk, abituato a temperature inaudite ed estreme: addirittura a gennaio dell'anno scorso, ha registrato la cifra di -57,2°, mentre nel lontanissimo 1892 ha raggiunto -67,8°.
Soltanto nel 1988 il caldo ha sfiorato i 37,3°. Anche in quell'occasione tantissimi, considerando che la media di giugno è di 20°.
Naturalmente e purtroppo, questa ondata di calore ha causato incendi, invasioni di falene e scioglimento del permafrost (il suolo ghiacciato, tipico delle regioni dell'estremo nord).
E anche i danni ambientali purtroppo non si fanno attendere: c'è stato uno sversamento - dal fiume Ambarnaya al suo affluente Daldykan - di 20mila tonnellate di gasolio.
Il disastro non è dovuto a una rottura del recipiente del gasolio, bensì dallo scioglimento dello strato del permafrost su cui era situato il serbatoio.
Siamo dunque davanti a un ennesimo cambiamento climatico, secondo cui - molti scienziati - attribuiscono la colpa all'uomo, colpevole di rilasciare combustibili fossili che sprigionano nell'atmosfera tantissima anidride carbonica.